Per sfizio mi sono messo a contare in questi giorni i libri di golf presenti nella mia libreria. Al netto di quelli prestati (non pochi: potrei sbagliarmi, ma mi sembra fosse Mark Twain a consigliare di non prestare mai libri a nessuno per nessuna ragione – lui diceva che gli unici libri che possedeva erano libri che gli erano stati prestati), e al netto di riviste, DVD, CD e audiolibri in materia, sono in totale 83, di cui:
– 52 in inglese;
– 28 in italiano;
– 2 in francese;
– 1 in spagnolo.
Ho provato per gioco a fare una classifica dei cinque più significativi per me.
5. John Paul Newport, The Fine Green Line, che ho letto come un romanzo e molto apprezzato perché mi sono immedesimato nel personaggio, nei suoi racconti, nelle gioie e nei dolori che il percorso verso la Q School gli ha procurato.
4. Greg Norman, The Way of the Shark, per ciò che insegna sul golf ma soprattutto sullo stare al mondo.
3. T.J. Tomasi – Mike Adams, How To Break 90, che mi ha aiutato tanto quando incominciavo un pochino a prenderla e a capire che cosa voleva dire davvero giocare a golf.
2. Patrick Cohn, Going Low, che mi ha aiutato tanto a capire l’importanza della mente nel golf.
And the winner is…
1. Dave Pelz’s Short Game Bible, perché da un punto di vista tecnico la chiave per scendere di handicap è certamente il gioco dai 100 metri in giù.
Commenti
[…] pensato allora di stilare una mia personalissima classifica dei 5 campi più belli, sulla scia di quel che avevo fatto tempo addietro per i libri, e prendendo a prestito il nome dalla Hot List di “Golf […]