A occhio, direi che la lunghezza del putt di ieri di Francesco alla 18 era la stessa rispetto a quello che aveva Edoardo lo scorso novembre a Mission Hills.
Ma l’importanza, credo, era superiore: da tempo gli si elogiano le doti nello swing e si storce il naso per il suo rendimento sui green. E la media putt sul tour, che al momento è di 30,02, parla da sola (si parva licet, la mia è di 31,08).
Allora tu puoi studiare il putt fin che vuoi, consultarti con tuo fratello, esaminare tutti i fili d’erba che stanno tra il marchino e la buca. Ma l’unica cosa che conta, lo sai benissimo, è che vada in buca. Altrimenti surgeranno nella mente fantasmi che non immagini nemmeno. Non ci vuoi nemmeno pensare.
E infatti lui non pensa. Si allinea e tira. Quel putt va dentro. In un istante si sciolgono delusioni, frustrazioni, amarezze. Sono novanta centimetri che cambiano una carriera.
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