Da tempo avevo smarrito la voglia di giocare ma mi è tornata proprio qui, nella mia seconda patria, e nel più improbabile dei posti.
L’anno scorso ero partito con proclami e dichiarazioni di intenti; la realtà si è poi rivelata più prosaica. Ora quella cicatrice è digerita e somatizzata, il mio golf è quel che è e va bene così.
Così come si corre per correre, alla stessa maniera si gioca a golf per giocare a golf. Fine.
E quest’anno ho coronato un mio sogno mai nemmeno dichiarato e forse immaginato, ho giocato e rigiocato a golf in Corsica. Fantastico.
Che poi “giocare” per me non è tanto andare in campo – senza una competizione non lo trovo molto divertente –, è soprattutto stare in campo pratica a diventare il golfista migliore che io possa diventare. A passare del tempo tirando palline e pensando al movimento, analizzando gli errori e cercando di andare oltre. A migliorare, ad affinare il movimento. Il pro del circolo che mi chiede se voglio fare qualche buca con lui è allo stesso tempo una soddisfazione e una gioia.
E allora qui ho tirato sempre almeno 200 palline per volta – a volte in solitaria sotto il sole cocentissimo, più spesso nei pomeriggi in compagnia di altri golfisti –, e qui mi è tornata la voglia di partecipare a gare, di ottenere risultati.
Insomma ho superato uno scoglio, ora vado avanti.
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