Lo scorso fine settimana al Golf Club La Romanina è andata in scena la gara patrocinata FIG.
Ora, io adoro le gare medal su 36 buche, sono una maniera più approfondita per competere con me stesso. Il campo in sé non è male (pur nel limite delle 9 buche), ma i green erano assolutamente impossibili. Non perché difficili o veloci – il che sarebbe accettabile –, ma perché carotati da poco e dunque sabbiosi e soprattutto pieni di buchi. In sostanza il putt è stato un concetto aleatorio, nei due giorni.
In ogni caso domenica no (il risultato finale è stato un secondo classificato dovuto soprattutto a magagne mie), ma sabato è stata una giornata perfetta: +2 sul campo (72 colpi, 11 fairway su 14 con 9 green presi e 27 putt totali). Ho avuto sensazioni ottime lungo tutta la giornata, ma in particolare alla fine con una striscia di birdie birdie par birdie nelle ultime quattro buche (le ultime due delle quali sotto la pioggia battente). Era uno di quei momenti di assoluto flow, in cui vorresti continuare per sempre quel che stai facendo.
Anche negli errori sono sempre rimasto calmo, non ho fatto mai peggio del bogey e ho anzi infilato 5 birdie.
Questo per quanto riguarda me. Ma ancora un paio di cose vorrei dire del circolo: mi hanno colpito l’atmosfera rilassata e cordiale (la domenica prima della partenza, per dire, il segretario mi ha dato la mano e augurato buon gioco, cosa che mi era accaduta finora una volta sola in vita mia, tanti anni fa al Golf Limone) e la presenza di tantissimi bambini e ragazzi.
Insomma anche per il golf di periferia c’è speranza.
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