La seconda vita di Gary


Lui è Gary Wolstenholme, ha 52 anni e si guadagna da vivere facendo il golfista sullo European Senior Tour – quest’anno è al numero 7 della classifica.

Un golfista professionista normale? Apparentemente sì – tranne il fatto che è passato professionista nel settembre del 2008, a 48 anni suonati, in previsione dell’entrata nel Senior Tour.

Come dilettante ha vinto tutto; quel che stupisce è questo passaggio, fatto nel momento in cui la tua direzione nella vita, più o meno, dovresti averla presa.

(Per giocare sul Senior Tour devo raggiungere un handicap di 1 o meno entro il mio cinquantesimo anno, partecipare alla Qualifying School che si terrà verisimilmente in Algarve o zona analoga nel gennaio 2017 ed essere uno dei primi 14 – no, meglio, uno dei primi sette. Qualcosa del genere. Un programma che mi tenta, in ogni caso.)

Ho appreso dell’esistenza di questo giocatore (che ignoravo pur essendo tutt’altro che sconosciuto) da un articolo sul numero di ottobre della “mia” rivista (non ne ho parlato prima perché ottobre è stato un mese denso di fatti da raccontare qui).

Be’, l’articolo è interessante e apre una prospettiva nuova per coloro come me – e siamo tantissimi, diciamolo – che si sono avvicinati al golf non certamente da bambini. Dice Gary:

Tutti pensano che sia uno spasso, che io abbia una donna diversa in ogni porto e guadagni milioni. Bene (anzi, male): non è così. O, per lo meno, potrebbe essere vero per alcuni, ma non per me. Mi diverto, questo è certo. È la sola cosa in cui sono veramente bravo e mi dà l’opportunità di fare qualcosa della mia vita. È necessario guardare il quadro generale e capire il significato della vita di ognuno. Per me, è trovare uno scopo e raggiungere i risultati che mi pongo, cioè vincere il più possibile e portare il mio nome negli annali del golf, dilettantistico e professionistico.

Ora, io – immodestamente – non penso che il golf sia la sola cosa in cui sono veramente bravo; però, Algarve, gennaio 2017, why the fuck not?

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