Be’, a me questa conferenza è piaciuta.
Ero andato lì con l’idea di sentire concetti che già conosco bene (Rotella, Cohn eccetera). Invece no, ho trovato pochissimi spunti relativi a idee note (come ad esempio Csikszentmihalyi e il flow), ma tantissime nozioni che non sapevo. Ne accenno alcune.
Il modello SFERA come strumento per ottimizzare la prestazione sportiva.
La cultura della sconfitta, ovvero l’analisi post gara di quel che non è andato bene per trovare la chiave per migliorarsi. (Ogniqualvolta ho una gara che richiede un lungo spostamento in macchina, il tempo del ritorno mi passa in un lampo: perché rivedo mentalmente tutti i colpi, penso a quel che pensavo quando ho fatto il tal errore o il tal bel colpo, cerco di ricavarne lezioni utili per il futuro.)
I ritmi ultradiani, cui tutti noi siamo inevitabilmente soggetti: e questo apre un campo intero da esplorare, l’ipnosi e quel che è correlato. In sostanza si tratta di innalzare i picchi della nostra prestazione (golfistica, in questo caso; ma l’applicabilità è generale) e, soprattutto, di affossare le valli. Affossare le valli, ovvero ascoltare il proprio corpo “staccando” la mente: molto interessante. (Applicazione nel golf: ritualizzare i trasferimenti tra una buca e l’altra.)
Ora si tratta di applicare questi concetti, di farli diventare pratica. Si tratta di studiare, ma alea iacta est. Da dove partire? Dall’ottimo sito, per esempio, del relatore principale della serata, Giuseppe Vercelli.
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