Alla ricerca del Santo Graal

The NEW Search for the Perfect Golf Club
Questa non è propriamente una recensione. Sì, qui parlo (anche) di un libro che mi ha interessato e appassionato molto, ma soprattutto perché apre un mondo immenso. C’è un mondo grandissimo dietro al fitting, un mondo che potrebbe/dovrebbe essere grande quanto le lezioni. Ma è solo una specie di scusa, un pretesto, un punto di partenza.

Ne avevo già accennato qui, conto di recensirlo su “Golf Today” di aprile; ma in sostanza quel che è importante è la stessa ragione per la quale la maggior parte dei golfisti non scenderà mai (per definizione) sotto un handicap medio. (Lamentazioni in questo senso si trovano per esempio nei libri di Bob Rotella, ma mi sembrano un po’ le Predichi inutili di einaudiana memoria.) L’handicap medio dei golfisti è sempre lo stesso, è oggi lo stesso di trent’anni fa – e non sarebbe scommessa difficile quella di credere che tra trent’anni sarà lo stesso di oggi e di sempre.

E dunque? E dunque il marketing del golf ci attira, ma è elusivo e non rivela la verità. La verità è che lo swing di ciascuno è già presente, cristallino e perfetto, nella polvere del campo pratica. Verrà fuori da sé dopo un milione di palle tirate. (Ergo: nella stragrande maggioranza dei casi rimarrà là sotto, nella polvere.)

Hennie Bogan, anyone?

Ogni giorno che Phil Mickelson non tira almeno 500 palle è un giorno in più che ci metterà ad avvicinarsi al suo massimo teorico possibile.

Le lezioni sono importanti, ovviamente; ma è fondamentale riflettere su quel che si fa, pensare il movimento prima di farlo, farlo e poi pensarlo dopo. La quantità della pratica è importante (altrimenti come ci arrivi a un milione?), ma la qualità è enormemente da privilegiare.

Allora Tom Wishon ci rivela alcune verità sui bastoni: loft, sweet spot – ah, l’elusivo sweet spot! – e compagnia cantando. Non è una lettura semplice, è un libro da meditare, una sorta di livre de chevet. Ma insomma tutto rientra in un diktat solo: diventare il golfista migliore che tu possa diventare. That’s it.

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