Ammiravo da anni Marco Mascardi per i suoi luminosi articoli sul golf (o piuttosto “Golf”, come ama scrivere lui). Non sapevo chi fosse, ma ho sempre letto con piacere i suoi pezzi, testimoni di un’epoca che oggi potremmo senza tema di smentita definire mitica. In particolare mi commosse fino alle lacrime questo, uscito qualche anno fa su “Golf & turismo”.
Come non pensare a Montale?
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Sul numero di dicembre 2011 di “Golf Today”, rivista sulla quale entrambi scriviamo (be’, io ho una colonna soltanto, ma ubi maior minor cessat, si sa) lessi queste sue parole:
Perché, sui campi di Golf, in questo Paese, in estate hanno caldo solo i maleducati?
Quella domanda mi colpì, perché è esattamente quello che penso, io che non considero i bermuda come un abbigliamento appropriato sul campo nemmeno in agosto.
Allora chiesi alla nostra direttrice Maria Pia Gennaro di fare da “facilitatrice”. Insomma entrammo in contatto, ci siamo conosciuti quest’inverno. Sinceramente mi importava poco della differenza d’età, perché mi pareva una persona a modo, con tanta cultura e intelligenza.
Marco è un conversatore brillante, e i suoi 86 anni sono più una croce da portare al petto con orgoglio che non un peso. Tra i tanti argomenti dei nostri conversari (conversari, oddio, io preferisco ascoltarlo) ci sono stati, ovviamente, i bermuda: mi ha parlato, per esempio, dell’eleganza con cui questo indumento si può portare, in contrasto con certi pantaloncini che si vedono d’estate sui nostri campi (quelli sono i “Bermuda” però, che sono cosa diversa rispetto ai “bermuda”). (Io sono molto rigido in questo, forse troppo; però continuo a stupirmi nel vedere che si venga lasciati giocare con pantaloncini da spiaggia.)
E tanti altri argomenti: racconti di una vita, aneddoti, anche dettagli senza apparente importanza. Tout se tient.
Be’, oggi posso dire con una punta di orgoglio che Marco è mio amico. E ti vedrei bene, caro Marco, in un immaginario colloquio con Ben Hogan.
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