Io ho un problema con le gare.
Il problema è che le gare di circolo mi danno ormai pochissimi stimoli: che gusto c’è a vincere una gara che potrebbero vincere in quattro o cinque? Sì, è bello l’applauso dei tuoi pari, ma tutto finisce lì. (La prima volta che vinsi una gara, in un giovedì qualunque di otto anni fa, quello sì fu un avvenimento!) Il vero premio è lo scendere di handicap, cosa che però ovviamente capita di rado.
Il problema è che i giocatori bravini come me non sono sufficientemente bravi per fare il salto di categoria, e si ritrovano dunque in un limbo da cui non sanno come uscire.
Il problema è comune, vedo, a tanti giocatori. Me ne accorgo per esempio leggendo una lettera pubblicata sull’ultimo Mondo del golf, dove un giocatore con hcp 3,2 si lamenta di non poter più entrare nel field delle gare ufficiali e simili.
Prendiamo ad esempio il trofeo Glauco Lolli-Ghetti a Margara: vi partecipai nel 2010 con un hcp di 5,5, che era sulla linea del taglio. Ma l’anno dopo il taglio scese a 3,9, e a 2,3 nel 2012, cosa che mi ha impedito di prendervi parte. E in genere il taglio delle gare ufficiali è ormai intorno all’1. (Ci arriverò, un giorno.)
Insomma il sistema premia – giustamente, credo – i giocatori più bravi, che sono spinti a partecipare alle gare più importanti. E io penso alla montaliana Esterina:
Ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra.
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