Io mi ritengo un giocatore corretto – mi presento sempre in campo con l’abbigliamento adeguato, riparo tutti i miei pitch mark e sempre qualcuno di più, saluto tutti coloro che incontro (conosciuti e non) e così via. Lunedì scorso, però, mi è capitato l’ennesimo episodio per cui evidentemente un mio dato comportamento dà fastidio.
Ero a Torre dei Ronchi, il campo era pressoché deserto, e io – dato che questo campo non presentava nessuna sfida per me, nessun ostacolo, nulla di nulla – ho giocato in diverse buche due o tre palle, ho fatto diversi putt e soprattutto tantissimi approccini dai 10-15-20 metri.
Questo ha però dato fastidio, perché ad un certo punto un socio, incaricato dalla segretaria, mi ha detto – in maniera molto garbata e gentile – di giocare una palla sola.
Appena me lo ha detto io, che non volevo fare polemica con nessuno, mi sono trasferito in campo pratica. Però un paio di considerazioni vorrei farle.
La prima è questa: il problema non è tanto che io faccia danni al campo (perché effettivamente non ne facevo), ma è piuttosto una questione di invidia, ovvero ma perché quello può fare così e io no?
La seconda considerazione è una domanda che faccio a tutti i segretari di circolo, e chi vorrà dire la sua sarà il benvenuto: perché un golfista, diciamo così, bravino non ha diritto di fare una prova campo, ovvero di provare più di un colpo, e dovrebbe invece giocare solo una palla, quando questo non arreca nessun danno di nessun tipo né al campo né al circolo né a chi segue (perché io faccio ben attenzione che non ci sia nessuno dietro di me – e questa è un’abitudine che ho preso agli inizi, quando mi vergognavo che mi vedessero giocare all’army golf)?
(Mi viene in mente l’inizio del film La leggenda di Bagger Vance in cui il protagonista, ormai anziano e a cui viene un infarto sul campo, rievoca i momenti in cui, ragazzetto, scavalcava le recinzioni e sfidava le possibili ire dei soci pur di tirare qualche vero colpo in un vero campo. Non è vero golf, questo?)
Ecco, queste cose io nei campi, a partire dal mio, le faccio. So che non sono tanto tollerate, capisco più o meno il punto di vista di chi non le tollera, però penso anche che per diventare bravi questi passi siano necessari. Insomma per me il golf è divertimento, certo; ma è anche impegno, serietà, dedizione, miglioramento, superamento dei limiti eccetera. E in virtù di queste considerazioni non mi sento in colpa per questo comportamento, anche se so che è ai limiti del consentito: quando non faccio danno né al campo né a nessuno che è sul campo, vorrei avere la libertà di giocare due palle, di giocare tre palle, di riprovare i putt e così via – di fare insomma quello che si fa in una normalissima prova campo.
Questo non per darmi importanza, ma perché io il golf lo intendo in questa maniera, e penso che sia peggio – molto, molto peggio – fare aspettare chi sta dietro di te senza dare il passo piuttosto che non tirare due palle.
Essendo fatto in buona fede, e con assoluto amore verso questo sport, e rispetto per tutte le persone, sia che nel golf ci lavorino ovvero che ne traggano divertimento, credo che questo dovrebbe essere consentito – tollerato, via –; e allora mi piacerebbe che qualcuno “dall’altra parte” mi spiegasse il suo punto di vista.
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Lettera aperta ai segretari di circolo http://t.co/ng8yJNL26R [una palla, due palle, tre palle – che palle]