Dunque. Ci sono delle fasi in cui mi pare di arrivare grossomodo ad un punto fermo nel golf, di capire più o meno qualcosina dello swing, del gioco corto, del putt (non tutto insieme, per carità – troppa realtà mi sotterrerebbe!). Mi era successo l’anno scorso – splendida sensazione, dopo dieci anni, quella di intuire che avevo raggiunto un minimo di controllo sul mio movimento –, mi ricapita in questo periodo con il putt.
Il putt – i miei venticinque lettori lo sanno – è sempre stato il mio punto forte, quello dove non temo la concorrenza di chicchessia. Ebbene, ragionando e riragionandoci sopra, provando e riprovando, leggendo e soprattutto riflettendo mi rendo conto di avere delle intuizioni, delle sensazioni, dei pensieri che sono ancora da elaborare – golf is a game of circles, dopotutto – ma che possono portare ad un sistema sensato e per me e traslabile ad altri.
L’occasione scatenante è stato un commento casuale, una sera, di Roberto Zappa durante il The Players: ad un telespettatore che chiedeva a lui e a Nicola Pomponi dell’applicabilità dell’AimPoint Express di cui tanto di recente si parla (tutti hanno visto Adam Scott e quel suo “strano” modo di alzare un dito o più dietro alla palla in green), Zappa ha suggerito di frequentare uno dei tanti corsi tenuti da istruttori certificati che esistono ormai anche da noi. Il suggerimento è di certo corretto, ma mi ha fatto pensare. Sono allora andato a cercare dei riferimenti in rete, nella convinzione (presunzione?) che le mie conoscenze del putt possano anche evitarmi questo passaggio (non che non sia utile, per carità, ma in quel momento volevo seguire il mio ragionamento).
Sono partito da qui, dove si spiega in poche parole l’AimPoint Express (il video collegato è da oggi privato – peccato! –, ma l’ho visto più volte e trovato molto utile). (Poi naturalmente in rete c’è materiale infinito, il problema è distinguere quel pochissimo davvero utile per te dalla pletora di siti fatti per vendere, pieni di fuffa eccetera.)
Insomma ho capito il sistema, e il giorno dopo – era il 2 giugno – ero sul putting green con mia figlia piccola, che per gioco ha elaborato per me quello che ha chiamato il sistema punto. Quello che ho fatto, in pratica (è difficile scrivere parole che non appaiano sciocche o banali), è stato mettermi in un punto a circa 5 metri da una buca dove la pendenza media, calcolata col BreakMaster, era di un grado, che corrisponde (semplifico molto, ma è per capirci) ad un dito nell’AimPoint Express; poi segnare con un tee il punto e infine mirare a quello.
La cosa fantastica è che quella domenica mattina – complice il sole, la presenza di mia figlia o chissà che cosa – ero in perfetto flow e praticamente tutti i putt entravano con la velocità e dalla parte corrette. Insomma ho visto che questo sistema funziona, e che data una buona tecnica c’è tanta parte del putt che è “semplice” matematica: quindi imbucare è (in parte) come risolvere un’equazione di primo o al massimo secondo grado.
Tangenzialmente ho anche impostato la correzione di alcuni miei errori di tecnica, su cui sto lavorando da allora:
– devo avere il sedere più in alto, perché questo mi fa stare con l’occhio sinistro esattamente sulla palla;
– devo tenere i gomiti attaccati al corpo, perché questo toglie variabilità al movimento, che così può essere perfettamente pendolare;
– devo tenere i piedi paralleli alla linea di tiro, mentre io tendo ad aprire il sinistro come in uno swing, perché ciò aggiunge stabilità.
E ho avuto la conferma, anche se non ce n’era bisogno, che nel 90% dei casi si sottostima la pendenza.
Ora, tutto ciò costituisce una bella sensazione, ma naturalmente è più un punto di partenza che di arrivo. Voglio lavorarci ancora per arrivare a capire meglio il movimento, in maniera da poter davvero aiutare me stesso e – di conseguenza – il golfista con questo gesto in apparenza semplice ma nello stesso tempo complicatissimo ma che è anche, di fatto, un’equazione nella maggior parte dei casi risolvibile. Stay tuned.
Commenti
Il tuo golf è un processo senza fine – capitolo I, il putt: http://t.co/ZOl7BkeNiX [ @AimPointGolf, mia figlia e una domenica di sole]
Ciao Gianni,
come avrai capito dalle mie letture all’aeroporto di Hong Kong anche io sto studiando come migliorare il putt, ed anche io ho iniziato a documentarmi su questo fantomatico Aimpoint Express a cui Zappa fa grande pubblicità 😉 .
Ho letto anche la bibbia di Pelz, nella quale ho trovato qualche buono spunto, anche se lo swing con il putt always square non mi viene proprio, la testa del mio putt traccia una leggero arco dentro-in linea-dentro e nonostante quello che dice Pelz sono convinto che sia il movimento naturale se uno ruota solo le spalle e non è un manichino, per fare come dice lui ho mi piego a 90° oppure devo correggere ruotando leggeremente gli avambracci e questo mi distrae dal mio obbiettivo… imbucare!!!!
In compenso mi sono disegnato con il cad il putting tutor di pelz, me lo sono stampato e poi plastificato, non sarà bello come il suo ma fa le stesse cose e mi permette di praticare con la testa sicuramente ben sopra la pallina.
Io ho sempre visto il putt come una cosa molto soggettiva ed istintiva, e sinceramente non è mai stato il mio punto debole, però nell’ultimo anno ho capito che l’istinto aveva bisogno di un piccolo aiuto se volevo migliorare il mio gioco, e questo aiuto non è chiaramente il nuovo putt ma sono una tecnica migliore ed un sistema di lettura delle pendenze meno istintiva e più empirica, quindi quando ti servirà una cavia fammi sapere.
One more thing… ieri per la prima volta da inizio anno ho preso 4 ore di permesso per andare a giocare 9 buche alla Rossera, sfortunatamente il gioco non è stato esaltante ho chiuso con 9 colpi sopra il par, 3 par-3 bogey e 3 doppi bogey.
Però non è questa la cosa peggiore, te lo racconto anche se non ha niente a che vedere con il gioco, ma sono arrabbiato e spero che scrivendo mi passi un po’…
Ho lasciato come al solito la macchina (è nuova ha solo 4 mesi e poco più di 1000km percorsi… si 1000km) nel parcheggio degli ospiti, quando sono andato a prenderla l’ho trovata ricoperta di polvere, rami, foglie e sporcizie varie, sul momento non ho capito cosa fosse successo ed ho dato la colpa alle piante sotto cui l’avevo parcheggiata e visto che era tardi sono velocemente salito a bordo per tornarmene a casa ed andare poi al lavoro. Questa mattina guardando meglio la macchina credo però di aver capito cosa é successo, qualche genio ha pensato bene di mettersi a pulire il parcheggio dal fondo sabbioso) con un soffiatore ottenendo come risultato di sporcarmi tutta la macchina (guide dei finestrini pieni di sassolini etc…) ma peggio ancora di rovinarmi la carrozzeria con i sassolini sparati dall’aria, così ora mi ritrovo con una macchina nuova con la fiancata lato guida con la vernice rovinata da una moltitudine di segni e con addiritura i cerchi in lega rovinati dai sassi. Questa sera ho chiamato la segretaria del club ma il responsabile non c’era e quindi dovrò richiamare domani, ma con la mia fortuna il massimo che riuscirò ad ottenere saranno delle scuse ed una pacca sulla spalla. C’est la vie…
Mauro,
mi spiace per questa brutta avventura pseudo-golfistica. Aggiornaci poi su come verrà risolta (spero bene ma concordo con te nel dire che è difficile).
Per la cavia sì, sarebbe molto uitle ma la distanza rende le cose complicate – per ora almeno.
CIao!
Ciao Gianni,
la disavventura continua, nel frattempo ho visto che anche la parte posteriore ed il lunotto sono segnati… NO COMMENT!!! Domani mattina vado al club per fargliela vedere ma dalle loro parole mi sa che mi scordo anche le scuse e la pacca sulla spalla…
Quando ti va fammelo sapere che ci facciamo una chiacchierata in skype.
Ciao Gianni,
sono appena rientrato dal golf, non hanno avuto nemmeno la gentilezza di scusarsi, in pratica sono passato per un visionario mitomane e scroccone, e dato che ormai la macchina è rovinata l’unica cosa che mi è rimasta da fare è non andare più a giocare da loro.
Mi spiace Mauro! Purtroppo a volte abbiamo ragione ma non possiamo dimostrarlo… I know what you mean.
Skype: cercami quando vuoi, io ci sono.