Questo è il terzo articolo di una serie di quattro aventi l’obiettivo di stimolare la pratica superando la noia e rendendo la pratica stessa in qualche maniera paragonabile al campo (i due post precedenti, rispettivamente sul putt e sul gioco corto, si trovano qui e qui).
Oggi parliamo dei ferri. Il “gioco” si svolge in questa maniera: si simulano nove buche in campo pratica (le nove preferite del vostro percorso, o comunque nove buche che si conoscono bene e che piacciono). Si immaginano solo i tee shot e gli approcci al green, niente putt.
Per ogni fairway “preso” si conta un punto, lo stesso per ogni green. Alla fine delle nove “buche” si fa la somma. L’obiettivo delle sedute successive sarà di battere quel risultato.
Le variazioni a questo semplice schema possono essere molte, dipendono solo dalla nostra fantasia e dall’immaginazione (“immaginazione” è un concetto che ritorna infinite volte, in questo sport). Qualche anno fa feci una cosa simile immaginando Sanremo, e ne parlai qui.
L’idea fondamentale è che la pratica, come qualunque aspetto del golf, è divertente, come Davis Love insegnò tanto tempo fa a suo figlio: e, per stessa ammissione di Davis Love III, è questo l’insegnamento principale che ha ricavato da quel grande maestro che fu suo padre.
Go practice, and have fun!
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Esercizi per vincere la noia del campo pratica – paragrafo 3, i ferri: http://t.co/kGogIduBNt [la serie continua]