Premessa: in questi anni il mio rapporto con lo swing è stato soprattutto di feeling, sostenuto da una conoscenza che col tempo si è approfondita; mi sono avvalso del supporto video solo molto di rado e solo su indicazione del maestro. In più, negli ultimi sei mesi non ho più fatto nessuna lezione e ho sempre lavorato per conto mio.
Poi è successo un fatto interessante.
La settimana scorsa avevo scritto una breve recensione relativa al lavoro di Geoff Greig. Ci siamo scambiati alcune mail, e ci sono poi i suoi libri (che ho in parte letto e in parte ordinato, quindi c’è ancora molto materiale da digerire); in più, lui si è gentilmente offerto di farmi una lezione video gratuita.
Quindi ci sono capitato dentro per caso. Ma detto fatto (erano settimane che avevo in animo di farmi riprendere per esaminare i miei principali difetti nello swing), ho seguito le sue istruzioni tecniche (molto semplici), ho scaricato questa app (EUR 4,49) e ho fatto i video.
Poi glieli ho mandati. Prima però, allo scopo di vedere se capivo qualcosa di quel che avevo visto, mi sono fatto una sorta di autolezione dove ho messo in luce quelli secondo me erano i quattro (di trecento) difetti più evidenti. Questo per poter verificare se ci avrei azzeccato almeno un po’!
Il giorno dopo ricevo da lui la lezione, che è un video di mezz’ora in cui lui ha messo a fianco il mio swing con quelli di illustri professionisti (Stuart Appleby e Sean Foley soprattutto) per farmi vedere quali sono i principali punti su cui dovrei lavorare. E mi ha fatto notare in parte alcuni punti che avevo visto, e in parte altri fatti cui non avevo badato. (Il punto fondamentale è che devo tenere le mani mooolto più avanti all’impatto, in maniera che la linea braccio-shaft sia diritta *dopo* l’impatto; mi ha dato anche dei suggerimenti per lavorarci.)
Al di là delle notazioni tecniche, mi interessano due cose: il beneficio che posso ricavarne e il beneficio che penso possano ricavarne i miei venticinque lettori.
Quanto a me, sono convinto che il vantaggio è elevato. Ho già iniziato a mettere in pratica quanto visto e sentito, e anche se so che (naturalmente!) il percorso è lungo mi rendo conto che è una strada foriera di sviluppi interessanti.
Quanto ai miei venticinque lettori, credo che il discorso possa essere simile ma con una parola di cautela: la condizione di partenza è che si conosca abbastanza bene il proprio swing e che si sappiano applicare anche a distanza i dettami tecnici. Ovvero: un conto è essere fisicamente a lezione col proprio maestro, e tu fai quello che lui ti suggerisce (sposta il peso a destra, apri la faccia del bastone e via dicendo); trarre giovamento da una lezione a distanza è invece un filo più complicato. Ma anche decisamente molto interessante.
Insomma la tecnologia è a nostra disposizione anche per quanto riguarda le lezioni di golf, e credo sia uno strumento da considerare con attenzione. Bisogna però anche mettere in conto la barriera linguistica (per me non fa differenza, ma non è così per tutti): per l’Italia vale l’esempio del sempre ottimo Andrea Zanardelli.
Commenti
Ho fatto i video: http://t.co/KxYQomL8s6 [la conoscenza visiva dello swing – da uno spunto di @EvoSwingGolf] http://t.co/6qDcaU5aAz
Ciao Gianni,
rieccomi qua, pieno d’acciacchi (la spalla non mi da tregua ma il polso sembra migliorare) e nel pieno di crisi da astinenza golfistica… 🙂 …questa notte ho giocato qualche buca con Rory, e pensa che si è complimentato per il mio bel gioco… peccato che poi mi sono svegliato… 🙂
Nelle ultime settimane hai parlato di Geoff, forse non te lo ricordi ma l’anno scorso (è già passato un anno!!!) ti avevo parlato di un suo ebook very cheap che avevo acquistato su Amazon, vedi i commenti del tuo post:
https://giannidavico.it/campopratica/2013/03/01/lelusivo-sweet-spot/
e da allora seguo il lavoro di Geoff con grande interesse, il fatto che anche tu ti stia interessando a lui mi fa ben pensasare/sperare che stia seguendo una strada giusta.
Interessante anche la questione dell’analisi dei video, pensa che nel 2003 inviai a Tom Wishon quattro video (le quattro viste) del mio swing di allora, e lui tutto felice dei progressi della tecnologia e delle possibilità che offriva, fece un’analisi accurata e mi ricordo ancora, mi disse di stare attento al reverse pivot… che io nonsapevo nemmeno cosa fosse!!! 🙂
Ho letto anche che hai cambiato club, il percorso di quello nuovo sembra bello ed impegnativo, inoltre la possibilità di avere il campo pratica vicino a casa è davvero una gran fortuna… e qui perdonami ma “piove sul bagnato”… io che già sono una pippa mi ritrovo con campi relativamente vicini che chiuduno… tu invece (beato te!!!) vai a piedi in campo al campo pratica… mumble mumble…
Io nell’ultimo periodo sono forzatamente impegnato e quindi non sono più riuscito a fare niente, nemmeno continuare la riletura di “Every shot counts”, però di sicuro nel periodo festivo approfitterò delle ferie per recuperare un po’ del tempo perso.
[…] quello, si parva licet, di Sean Foley, e che è ricavato dalla videolezione di cui avevo parlato qui, illustra molto bene il concetto: (Certo l’espressione facciale sta tra il ridicolo e il […]