Quattro swing

Mercoledì, durante un giro tranquillo con amici alla Margherita, ho provato una sensazione inedita e magnifica: quattro distinti swing con ferri diversi, in buche differenti, che mi hanno lasciato un’impressione decisamente positiva che ora cercherò di descrivere.

Il primo è stato con un ferro 6, il secondo con un 5 (che trovo difficile da controllare), gli ultimi due con un 8. La sensazione è stata identica per tutte e quattro le volte: ho avuto la percezione di un movimento rotatorio pieno e completo, e di conseguenza di un impatto preciso e profondo (testimoniato anche da bisteccone lunghe e un filo troppo profonde), con un finish in perfetto equilibrio. Dei veri swing, in poche parole.

La prova che lo swing funzionasse sta negli 11 green presi: che non sono tanti in valore assoluto, ma lo sono rispetto alla mia media (mediocre) del 2015 (7,4).

Per prendermi in giro mi sovveniva quello spezzone in cui Bush figlio dice, in questo film-documentario:

Did I hear somebody say good shot?

Poi sullo swing perfetto si possono dire mille cose e il loro esatto contrario, e sono tutte vere. Senza contare che lo swing è una parte importante del golf, il quale però è fatto di altri infiniti dettagli. Ma la sensazione è stata magnifica dentro di me, e questo mi rimane. Mi sono sembrati quattro veri swing – e non è cosa da poco.

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