Un grazie chiude l’anno

Sono andato a verificare: in sette anni completi di blog e 345 articoli, non ho mai scritto qui il giorno di Natale. In parte è questo il motivo per cui oggi utilizzerò questo spazio solo per prendere commiato per quest’anno dai miei venticinque lettori.

Diciamo che da una parte mi sovviene Vittorini:

Ci vorrebbe silenzio, silenzio per parecchie generazioni.

E dall’altra William Stafford:

On those days I just lower my standards.
[In quei giorni, semplicemente, abbasso i miei standard.]

Che è la risposta del poeta agli amici che gli chiedevano, visto il suo personale impegno a scrivere poesie tutti i giorni, come facesse nei giorni in cui non era particolarmente ispirato. Mi rendo conto che aver preso l’impegno con me stesso di scrivere di golf qui tutti i venerdì del mondo può dare come risultato pezzi meno che memorabili. Ma fa parte del gioco (come tirarne 85, per dire: capita) e in fondo non importa: essere arrivato fino a qui è un bel traguardo di per sé.

E poiché adoro le citazioni ricorderò ancora le parole di Cesare Pavese (Il mestiere di vivere, 16 agosto 1950):

La mia parte pubblica l’ho fatta – ciò che potevo. Ho lavorato, ho dato poesia agli uomini, ho condiviso le pene di molti.

In pentola ci sono comunque temi interessanti – recensioni, interviste oltre ai “soliti” racconti delle mie epiche battaglie in campo pratica. Oggi ringrazio i miei lettori, ci vediamo il prossimo anno.

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