Notizie dal diluvio

swing
Ho un po’ di scoramento riguardo al mio swing. È una sensazione che certamente a comune a tanti golfisti e che ora – prendendola un po’ larga – cercherò di descrivere.

Qualche giorno fa ho fatto, dopo tanto tempo, una lezione. La sera ho visto il video. E il giorno dopo, in maniera indipendente dal primo fatto, ho fatto grazie a un amico che i lettori di questo blog conoscono un’analisi col Trackman.

Tutto ciò ha portato tante informazioni che a me richiedono tanto tempo per essere elaborate, e quindi sono un poco confuso al momento. Ma insomma la polvere si sta depositando, e il quadro emerge.

Prima cosa: guardo il video di me che swingo e mi sembra una cosa bruttissima.

Seconda cosa: guardo i dati, i freddi numeri che escono dal Trackman, e ho conferma di due fatti macroscopici che già so – che coi ferri arrivo dall’esterno e che col drive l’angolo di attacco è pesantemente negativo.

Allora mi dico: ma come? Tutte queste migliaia di ore di pratica, e riflessioni e sogni e conquiste e scoramenti eccetera e poi il mio swing è quella roba lì?

Mi viene in mente quanto dice ogni tanto Silvio Grappasonni nelle sue telecronache, per esempio descrivendo Ernie Els uscire dalla sabbia, ovvero che si vede che quel movimento l’ha praticato all’infinito sin da bambino. E da bambino io non solo non sapevo nemmeno che cosa fosse, il golf, ma anche ero cicciottello e goffo e certamente non quello che si potrebbe dire un provetto sportivo, e dunque non posso pretendere. Questo è certamente vero.

Ma comunque rimane in piedi – per me rimane sempre il piedi – il progetto delle 10mila ore, il mio desiderio di andare fino alla fine dell’arcobaleno per vedere se è proprio vero che dopo 10mila ore di pratica si diventa provetti golfisti. Onestamente oggi, a metà del guado, qualche dubbio mi viene; e comunque so bene che arriverò là in fondo solo per me stesso, per questa assurda sfida che mi sono lanciato e per nessun altro motivo.

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