Domenica scorsa, in gara alla Margherita, ho messo in pratica un semplice cambiamento sperimentato in maniera del tutto casuale in campo due giorni prima e poi provato in campo pratica il giorno seguente. Sono passato, infatti, da qui:
a qui:
Non so se è una cosa piccola oppure importante, non so ancora giudicare – time will tell. So però perché è successo che io abbia spostato la posizione della palla rispetto alla testa del bastone in partenza dal centro (dov’è logico e naturale che stia) alla punta: qualche anno fa avevo notato, soprattutto col drive, che quella posizione favoriva un impatto più vicino allo sweet spot. Da lì avevo esteso l’accorgimento a tutti i bastoni; anche, ma per fortuna per breve tempo, al putter.
C’era stato l’avallo di un maestro in ciò, e altri maestri in seguito possono aver notato la cosa ma non mi hanno detto nulla. Per me è diventata dunque nel tempo una caratteristica naturale, qualcosa di dato, cui non pensi perché è così e basta.
Ma venerdì scorso, in campo, ho fatto uno splendido giro in solitaria (sono partito di fatto nel momento in cui “bisognerebbe” smettere e ho terminato con le ultimissime luci del giorno, con un 77 dai bianchi in perfetto flow, incluso un putt di un metro e mezzo in discesa alla mia 18, che è la 9 del campo, per i 77 colpi, che mi ha lasciato estatico e gaudente). Ebbene, in quel giro assolutamente per caso ho provato a spostare la posizione della palla verso il centro e visto che, magia!, funzionava lo stesso. E anzi meglio.
Questa era tra l’altro l’atmosfera:
Naturalmente si tratta di qualcosa da sperimentare a lungo, da registrare; ma insomma ho capito che è più efficace così. (Tranne che coi i tre wedge, ma questa è una storia differente.)
È stata un sensazione magnifica, quasi come svegliarsi da un lungo sonno. E domenica questo cambiamento ha funzionato senza che ci pensassi; ho fatto degli errori, certo, ma dovuti soprattutto ad altri fattori. Lo swing – sempre all’interno della considerazione che si tratta di una cosa viva, e dunque in mutamento continuo – ora mi sembra che ci sia.
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