Mmmmm

Per la prima parte di stagione mi ero dato quattro obiettivi:
– passare il taglio a questa gara;
– arrivare entro i primi otto a questa gara;
– riprendere l’ordine di merito;
– entrare a far parte della squadra della Margherita a questa gara.

Non ho centrato nessuno di questi.

All’Albenza mi sono cancellato la mattina del giorno prima, perché ero primo in lista di attesa (sarei poi entrato, ma non lo sapevo al momento) ed era il decimo compleanno di mia figlia: considerando che i dieci anni arrivano una volta sola per tua figlia piccola, ho preferito una gita al mare con lei e la famiglia intera a una gara di golf. Si parva licet, anni fa lessi non ricordo dove che Arnold Palmer un giorno stava per pattare quando un bambino si mise a parlare. La mamma lo zittì. Lui si rimise pazientemente sulla palla e il bambino, di nuovo, aprì la bocca. Alla terza volta la mamma era atterrita, pronta a ricevere una lavata di capo da Palmer e lui le disse: “Non si preoccupi, signora. Il mio putt non è così importante, dopotutto”. Che poi è la stessa cosa che ho pensato ieri pomeriggio al mio circolo, quando ho visto un papà, solitario in campo pratica col suo bambino di cinque anni forse – io unico testimone del momento –, tirare colpi col figlio in una giornata di sole.
marghe
A Boves sono arrivato in un’anonima diciannovesima posizione: al sabato quando alla diciotto ho visto il mio putt (il ventottesimo) sbordare leggermente ho capito che quel colpo mancato sarebbe stata la mia virgola del giorno (e infatti così è stato); il giorno dopo due acque di troppo mi hanno ricacciato indietro in classifica. Ogni anno la stessa storia, in un campo che conosco a menadito e che adoro. Mi sovveniva Pavese de Il diavolo sulle colline:

Come, – gridò Pieretto nel vento, – non sai che quello che ti tocca una volta si ripete? che come si è reagito una volta, si reagisce sempre? Non è mica per caso che ti metti nei guai. Poi ci ricaschi. Si chiama il destino.

L’ordine di merito non ripreso è stato una conseguenza di questi due episodi. Ormai senza ordine di merito entrare nel field di una gara della federazione è cosa rara (come mi è accaduto a Sanremo quest’anno, per dire, anche se in quel caso un lutto familiare è stato il discrimine reale).

Non essere entrato nel team della Margherita mi è pesato, ma solo fino a un certo punto: perché il circolo ha per fortuna giocatori più in palla (e più giovani, ma questo è un fattore che a mio avviso ha un peso molto relativo) di me e sono fiducioso nel fatto che saliremo di categoria, come certamente il circolo merita.

Nel frattempo comunque il gioco c’è, pur con tutte le magagne di uno swing cominciato da adulto e non da bambino, e l’handicap è sceso in questo inizio di stagione. Vedo in maniera chiara il mio prossimo obiettivo, quel “due virgola” che sbandiero da due anni almeno, e sono pronto per le prossime sfide.

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