Esorcizzare le paure

Voglio parlare qui di un’esperienza per così dire bifronte che mi è capitata lo scorso fine settimana a questa bella gara. Ne parlo non per mettere in luce le mie “gesta”, ma perché sono sicuro che – analizzando le cose positive fatte e gli errori commessi – qualunque golfista si ritroverà nella descrizione. (Il golf è ciclico, dopotutto.)

Nel dettaglio le cose sono andate così.

Nel giro di domenica ho cominciato con uno sciocco bogey alla 1 e un bogey accettabile alla 2. Fino a qui niente di particolare. Da lì in poi ho cominciato a giocare a golf, e in dodici buche ho segnato un punteggio di -3; questo significa che a quel punto della gara ero a -1. Alla 15 a un buon drive segue un ferro 6 a mio giudizio assolutamente perfetto al green, che però purtroppo finisce fuori di un metro. Rimango immobile, basito; ma è difficile questionare con la fisica. Il doppio bogey è una conseguenza piuttosto logica, e vado alla 16 col risultato di +1: tutto sommato nulla di grave, anche perché se io dovessi rigiocare in qualunque momento quel colpo ritirerei un ferro 6.

Qui però le cose cambiano.

Alla 16 faccio un po’ – un bel po’ – di pasticci e chiudo con un triplo [sic] bogey. Poi finisco la 17 con un inguardabile bogey e la 18 con un bogey sciocco come quello della 1.

Quindi essendo -1 chiusa la 14 finisco a +6. Damn.

Il che ha risvolti positivi e negativi.

I risvolti positivi sono che per dodici buche ho giocato un golf sopraffino, chiudendole in -3.

I risvolti negativi sono che nelle ultime quattro buche ho perso sette colpi rispetto al campo, che è un disastro assoluto. E fa male. E non è che avessi particolari pensieri o paure, semplicemente le cose sono andate così. Probabilmente, anzi sicuramente, quello che è successo è che sotto tensione le mie tendenze naturali (slice oppure pull col driver e coi legni) sono venute fuori. Da lì in poi, ovviamente, subentra l’incertezza e tutto il resto è in salita.

Ma ho scelto la strada positiva per questa prova (di cui un pochino mi vergogno): ovvero ho scelto di imparare quello che posso da un’esperienza del genere. A seguire le conclusioni cui sono arrivato.

1. Sono stufo del mio slice col driver che viene fuori sotto pressione. Il che significa una serie di lezioni, già pianificate, nei prossimi mesi per eliminare questo orribile difetto e togliere questi tre colpi che mi mancano allo zero.

2. Ci sono delle tendenze che sono ineliminabili con cui comunque devo convivere: questa è una grande lezione che il golf ti insegna, e che devi accettare comunque sia – perché nessuno è più forte del gioco stesso.

3. Se riesci a superare quel dolore fisico che inevitabilmente ti prende dopo prestazioni del genere, e scegli di concentrarti sulle cose che hai fatto benissimo dimenticando tutto il resto, allora sei pronto per portare il tuo proprio golf al livello successivo.

Commenti

edoardo cechet ha detto:

non vedo numero di putt ….. che da un indice gioco delle precedenti dodici buche …

giannidavico ha detto:

Ecco qui:
– 8 nelle ultime 4 (tutti 2-putt);
– 19 in quella striscia di 12 buche;
– 30 totali.

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