Ogni tanto mi capita di sentirmi come Jack Walsh (Robert De Niro) in Prima di mezzanotte, allorché Alonzo Mosley gli traffica attorno con delle ricetrasmittenti e lui sorride perché – dice – “mi sento di nuovo uno sbirro”; il mio essere sbirro è lo scrivere di golf.
“Golf Magazine” è una rivista nata in occasione della Ryder Cup, ed è giunta ora al secondo numero. Numero che contiene la mia recensione di un libro in cui scrivo – ma guarda un po’ – del mio dolce mito.
È la descrizione dello US Open del 1951, gara condotta magistralmente da Hogan: sostenne in più occasioni che l’ultimo giro fu il suo migliore di sempre.
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