Trofeo Gavi, giro 1

CGD
La versione corta è che ne ho tirati 89 e sono contento.

La versione lunga è (ovviamente) più articolata.

La gara è questa. L’obiettivo massimo (ambizioso, ma possibile) era ottenere punti per l’Ordine di merito.

Le prime buche hanno avuto un andamento discreto, poi ho iniziato a perdere colpi, troppi colpi – soprattutto nel gioco corto impreciso, ma non ho brillato in nessun settore. (Alla 14, un par 3 che è la buca più facile del campo, dopo aver messo la palla in bunker ci ho messo quattro [sic] colpi per arrivare in green.)

Però la cornice è splendida, e non sono affatto scontento o scorato o frustrato. Da una parte ho sempre bene in mente, sempre davanti a me l’obiettivo importante di lungo periodo (handicap zero entro i miei 55 anni di età); e dall’altra sto maturando una sensazione piacevole, del golf fatto per amore del golf e per nessun altro motivo. Insomma io alle cose ci arrivo sempre con la mia calma olimpica – lo so che tante volte è verissimo il detto “o sei veloce o sei morto”, ma mi viene da replicare con quel proverbio cinese: “Chi pensa che la frutta maturi tutta insieme come le ciliege non sa nulla dell’uva”. Su questo concetto – il golf come strumento per avere più armonia con sé stessi – tornerò di sicuro in futuro, perché lo ritengo fondamentale per lo sviluppo dell’equilibrio tra mente e corpo.

Ma poi non è soltanto questo, non è tutto qui: pensando che il golf, salute permettendo, mi accompagnerà lungo tutto l’arco della vita, mi viene da accettare serenamente gli errori che commetto, perché fanno parte del gioco, anzi forse ne sono il sale.

Da un punto di vista tecnico devo aggiungere che il cambiamento dello swing in atto rende i colpi lunghi meno stabili del solito. Oggi dopo le prime 9 ero +7, e allora ho cominciato a fare esperimenti. Certo una gara non sarebbe il luogo deputato agli esperimenti; ma non c’è differenza alcuna tra un 83 e un 89, per dire. Mentre sono sicuro – assolutamente sicuro – che nei prossimi mesi il gioco tornerà, e l’handicap scenderà a due virgola. Questo è ciò che accadrà.

Ieri durante la prova campo, complice anche il fatto che per la prima volta mi accompagnava mia figlia piccola, ho vissuto momenti bellissimi per il solo fatto di essere lì, in quel momento e in quel sole, con mia figlia a fare una cosa che adoro. Oggi era diverso, si capisce, ma le sensazioni positive sono rimaste.

Ricordo una pubblicità di qualche anno fa su “Golf Digest” – era un invito a visitare la Scozia, o forse l’Irlanda – che diceva qualcosa come “8, 5, 9, 7, 8, 6 – but happy”. Ecco, oggi il mio golf lo descrivo così. Tirarne mille ed essere felici – non è poco.

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