La faccio breve perché nelle settimane scorse ho fatto il pieno con il golf, e prima di rischiare la saturazione, prima di rovinare il mio rapporto con una tra le attività più belle che conosca, ho capito che è giunto il momento di staccare per un po’. (Più in generale, penso che una pausa ogni tanto sia di beneficio per chiunque, nel golf.)
Ci sarà ancora – forse – qualche gara (questa e questa sono nel programma), ma dopo un paio di settimane di pausa (cominciate ieri) e, soprattutto, dopo a tante cose belle tra le quali quelle di cui ho parlato qui. Poi più nulla fino a metà settembre.
Mercoledì, durante l’ultimo giro (un 79 discreto, in cui ho provato buone sensazioni), ho capito bene quel concetto di cui parla ogni tanto Silvio Grappasonni (non è che lo dica lui soltanto, naturalmente; è che le sue parole sono da ascoltare sempre con molta attenzione), ovvero che nei grandi giocatori vedi bene come i movimenti esistono cristallini fin da quando erano bambini. Insomma: se riuscissi effettivamente ad arrivare nei dintorni dello 0 nei prossimi sei anni sarebbe certo uno splendido risultato, ma non posso dimenticare il fatto che certi limiti non derivano da mancanza di talento (che cos’è il talento, dopotutto?) o di dedizione (che non mi manca di sicuro): sono “semplicemente” il risultato del fatto che io da bambino ero goffo e grassottello e non sapevo nemmeno cosa fosse, il golf.
Comunque: quel che voglio dire qui in una parola è che non smetteranno certo le mie filippiche del venerdì, è solo che lascio per due settimane i bastoni al mio circolo senza pensarci più: e più avanti si vedrà.
Commenti
Oggi la faccio breve: https://t.co/1YZuJkOYRl [lascio per due settimane i bastoni al mio circolo senza pensarci più]