Pluck

pluck
Due cose, oggi. (E finalmente sono sensazioni positive.)

La prima mi è occorsa ieri, in campo alla Margherita, verso la fine di nove buche in solitaria. Ho capito che per evitare il mio classico fade molto pronunciato, che è parente stretto dello slice, con i legni e con i ferri lunghi non devo mirare a sinistra e poi aspettare che la palla curvi a destra, perché questo la fa curvare ancora di più; ma devo mirare leggermente a destra dell’obiettivo, tenendo la faccia del bastone leggermente chiusa, ricordarmi della K rovesciata, tenere la spalla destra bene all’indietro e decisamente più in basso della sinistra e avere la mano destra ben ruotata verso il centro: in questa maniera la palla parte non troppo alta (io alte le palle non le so tirare, o quantomeno è un obiettivo che mi costa una fatica nera e con risultati molto incerti – un po’ come con il draw) ma dritta all’obiettivo.

Allora poi sono andato in campo pratica – c’ero solo io, le ombre erano lunghe, si stava benissimo – a fissare quella sensazione. E mi sembra di esserci riuscito.

La seconda è di oggi, durante la prova campo per questa gara. Durante il giro quella sensazione mi ha accompagnato, ma è stata ampliata e ingrandita da una sensazione generale di benessere e di divertimento che non provavo da tanto tempo. E alla buca 11 (la mia seconda della giornata) ero a 91 metri dall’asta e ho tirato il 52° impugnato corto: la palla è partita dritta all’asta, la distanza mi pareva giusta. E infatti l’ho imbucata di volo. Pluck. E il pluck è molto diverso dal rumore della palla imbucata con il putt, perché più forte, più secco, più ampio. Ed è anche una bella soddisfazione!

Ho subito pensato al mio dolce mito, e di conseguenza all’hashtag #precisionisback che caratterizza i bastoni Ben Hogan. Alla precisione chirurgica dei colpi, che poi è buona parte del gioco del golf.

E dunque ieri e oggi sono stati due bei momenti di golf, cristallizzati in se stessi e pieni di gioia autotelica. Ho pensato anche a due obiettivi per la gara che sta per cominciare (finire nei primi venti e non tirare più di 158 colpi complessivi); ma quel che sarà sarà, arrivo da un bel momento di gioia golfistica come non mi capitava da tempo – e questo per oggi mi basta.

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