La preparazione golfistica invernale


Viene un tempo, ora, in cui è vero che si gioca a golf ancora quasi come se si fosse in estate, ma il cambio dell’ora, le temperature decrescenti e la luce declinante sono fattori limpidi di ciò che sta per venire. Anche le gare stanno terminando (magari lasciano il posto a qualche gara goliardica o poco più, ma il golf “serio”, quello fatto per il risultato, è alle spalle). È tempo dunque di pensare alla stagione che verrà. È questo, l’incipiente mese di novembre, il periodo migliore per pensare ai cambiamenti che desideriamo apportare al nostro gioco e per visualizzare i miglioramenti che avremo.

È presto? Forse. Più avanti penseremo al golf decembrino, ma per adesso potrebbe venirci in soccorso padre Dante (Purgatorio, III, 78):

Ché perder tempo a chi più sa più spiace.

Che cosa significa questo, in pratica? Ecco un paio di spunti, che poi ciascuno adatterà a sé come vorrà.

1. Un obiettivo davanti a sé

Ciascuno avrà le sue risposte, ma per me pensare alla stagione successiva significa da anni una cosa innanzitutto: il Trofeo Sanremo, gara che da decenni si svolge l’ultimo fine settimana di gennaio, 36 buche medal che sono una manna per i golfisti del nord che d’inverno di fatto possono giocare pochissimo. E anche se anni fa ci entravo senza problemi (e ricordo il risultato magico del 2011), mentre negli ultimi è stato sempre un patimento quello del trovarmi escluso – quest’anno ventesima riserva, per dire – , finita la stagione metto sempre quella carota davanti a me a mo’ di sprone per quel che verrà. Sentire quell’aria tepida, o la neve che può scendere leggera, o la pioggia, ma comunque la luce di quel campo, la casa di Casera, le memorie che conservo care di Marco Mascardi, il primo post di questo blog, circa mille anni fa e quell’aiutante magico che in quella stessa occasione mi portò lassù sono tutti incentivi a pensare avanti, a diventare il golfista più bravo che io possa diventare (anche adesso, coi capelli sempre più grigi, la vista che cala, gli sconvolgimenti che prendono dal di dentro la mia vita e la scuotono e la sconvolgono come tempesta). Ovvero, come disse Ben Hogan ad un giovanissimo Gary Player al termine dello US Open del 1958 in cui Player era giunto secondo:

– Bravo ragazzo, ben fatto; diventerai un grande giocatore. Esercitati tanto.
– Certo, pratico almeno quanto fa lei, Mr Hogan.
– Bene. Ora raddoppia.

Quindi: qual è il tuo prossimo obiettivo? Il sogno che da dentro ti consuma?

2. Un cambiamento tecnico preciso

Può essere una parte dello swing (anche se non facciamoci ingannare: lo swing è il primo pensiero quando si pensa al golf, ma lo swing è solo una parte, e nemmeno tanto grande, del golf), possono essere gli approcci da 40 metri, possono essere i putt da un metro (senza dubbio il colpo più difficile che ci sia). Ma potrebbe essere anche la preparazione fisica, o anche l’alimentazione, o la gestione strategica delle gare. Il concetto è: scegliamo qualcosa in cui vogliamo migliorare, facciamo un piano e diamoci una scadenza. E diamoci dentro, perdio!

Quindi: qual è il tuo prossimo cambiamento tecnico? Su che cosa lavorerai nei mesi a venire?

Insomma: a breve ci attenderanno mesi che apparentemente sono in netto contrasto con il golf, ma che di fatto sono il periodo in cui si possono sperimentare cambiamenti che daranno i loro frutti nella stagione. La pratica può procedere tranquilla, perché non necessita di risultati immediati ma è sostenuta da una visione di respiro ampio. Magari poi non si concluderà nulla, o magari sì; ma questo, in fondo, non è importante. Perché anche il golf, in sé considerato, non è importante; invece è importante, è fondamentale la tua idea di golf, il tempo e la passione che tu hai messo, metti e metterai nella pratica golfistica. Il Piccolo principe torna sempre:

C’est le temps que tu as perdu pour ta rose qui fait ta rose si importante.

Alla fine l’handicap è una stelletta che ti rende fiero ma di cui agli altri non importa nulla. E comunque avere il tempo di “scolpire” il movimento, di provare e riprovare è il bello, il vero bello, del golf fuori stagione.

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