Isabella Data è un ospite ormai regolare – e sempre gradita – di questo blog (altri suoi interventi qui, qui, e qui). Oggi condivido volentieri un suo pezzo che è insieme descrizione del golf invernale e augurio per i venticinque lettori di Campo pratica.
Enter Isabella.
Lo swing per ora è un po’ congelato e, per qualche giorno, un po’ in sospeso: ha nevicato un poco, mica tanto, una decina di centimetri, in fondo il tempo è stato comprensivo.
All’inizio la cosa sembrava più grave e quando venerdì pomeriggio, oramai all’imbrunire, ho riposto la sacca al circolo, pensavo con tristezza ai giorni (quanti? una ventina?) in cui non si sarebbe potuto giocare. Invece delle fosche previsioni di mezzo metro di neve e di temperature glaciali, c’è stata solo la mezza messa. Con il prossimo week end, qualcosa si potrà fare.
Certo che l’inverno è un gran magone per noi golfisti. La neve? E che dire del fango che c’era prima della neve… ma come si fa a stare lontani? Un bel paio di ghette (perfette quelle che usavo quando ero scialpinista) e si va. Con il fango è tutto un altro gioco? Forse, anche se ho visto che per i giocatori bravi i colpi buoni ci sono sempre. Vuoi mettere però l’incanto di una boccata di aria fredda che ti schiarisce la gola, lo struggimento di un bellissimo tramonto invernale goduto in mezzo al campo anche se il morso del freddo ti blocca le mani, vuoi considerare la benedizione della pallina sempre lercia di fango che ti giustifica ogni flappa?
Il golf, in questa stagione, offre a poco prezzo opportunità che anche altri sport ti danno, però in forma più dispendiosa in termini di denaro, tempo, fatica, spostamenti.
Winter pragmatism!
Ci vuole positività, anche con questo tempo, anche con questa dannata stagione. Oggi per esempio, ho fatto un po’ di putt sul mio putting green personale (quelle classiche strisce di moquette verde con finta buca che ti vendono nei proshop).
Il mio modesto allenamento consiste in cicli di cinque palline da imbucare di fila da tre diverse distanze: tutta la striscia (putt lungo), mezza striscia (medio), distanza data (i putt che, sotto pressione, non infili e ti mangi le mani!). Quattro palline bianche e una rosa: così è facile tenere il conto delle sequenze.
Ma c’è qualcuno, tra gli amici di Gianni e di questo blog, che saprebbe suggerire un allenamento più tecnico? Magari mentale? Alessandra, sono sicura, imposterebbe un lavoro mentale con qualche piccola autosfida, tipo “scommetto che la prossima va dentro”, oppure “oggi devo raggiungere venti imbucate di fila”.
Sono certa che, lavorandoci su mentalmente, migliorerò! Saranno sciocchezze, però forse servono.
In sintesi, un caro saluto e tanti auguri, estesi a tutti. Buon Natale e Buon Anno Nuovo!
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