Questo è un post – mi scuseranno i miei venticinque lettori – scritto un po’ di fretta. Il motivo è che mi trovo nel mezzo di una gara cui tengo particolarmente, tra il primo e il secondo giro, giro che determinerà il taglio e quindi le eventuali, residue 36 buche di domani.
Ieri è stata una gran giornata, come testimonia il risultato: tredicesimo sui 91 partenti. Ho fatto un totale di +6 (quattro bogey e un doppio), un giro molto regolare – un giro dei miei, diciamo (gli 88 sono un’anomalia, per fortuna) – in cui tutto, sostanzialmente, quadrava. E anche gli errori marchiani, come il doppio alla 3 (drive perfetto in centro pista, ferro 6 senz’anima a 10 metri dal green, top col lob, chip da dimenticare e due putt), non mi hanno infastidito. That’s golf (e that’s life, soprattutto, potremmo dire).
(Nota laterale: l’handicap è sceso a 3,7.)
Ora le prospettive sono di passare il taglio – affare impegnativo, ovvio, ma possibile – per affrontare domani le ultime 36 buche: cosa che non ho mai fatto prima, e se dovesse capitare sarò proprio curioso di vedere soprattutto come risponderà il mio fisico.
Quanto al campo, be’, è assolutamente splendido: confermo tutto quanto scrissi lo scorso settembre. I green, in particolare, sono magnifici: molto veloci ma tengono perfettamente la linea (very tough but fair, in un sintagma), ed è un piacere pattarci.
Insomma vai, Daviquez; e que será, será.
Commenti
In the heat of the action: http://t.co/pDJ18DV07m [note dall’Albenza]
Forza Gianni!!! Un peccato non esserci!!!