Consuntivo 2011 e obiettivi 2012

L’ho fatto per il 2009, l’ho ripetuto per il 2010: a stagione di fatto conclusa, questo è il momento di tirare le somme e impostare il lavoro e gli obiettivi per il 2012.

I dati

L’handicap è sceso da 4,8 a 4,2, con un massimo di 5,0 e un minimo di 3,9 che ho raggiunto un paio di volte a giugno (e mantenuto per pochissimo tempo, a dimostrazione del fatto che già solo conservare un handicap nella prima categoria reale – ovvero sotto i 4,5 – è complicato; scendere, poi, è un’altra storia ancora).

Ho registrato 43 giri completi, di cui 15 sotto gli 80 in 6 campi diversi. Più in dettaglio (tra parentesi i dati per il 2010 e, a seguire, per il 2009):
– colpi: 82,2 (82,8 – 87)
– fairway: 54% (53% – 48%)
– green: 37% (38% – 32%)
– putt: 31,1, di cui 3-putt: 1,3 (30,9, di cui 3-putt: 1,1 – 32, di cui 3-putt: 1,9)
– birdie: 1,4 (1 – 1)
– par: 7,7 (8,5 – 7)
– bogey: 6,4 (5,7 – 7)
– doppi o peggio: 2,4 (2,8 – 3)

(Un paio di eagle lungo il cammino, di cui una hole in one.)

Tre volte non sono riuscito a stare sotto i 90, due delle quali alla preselezione.

L’analisi dei dati

Il giro più basso è stato un 73, nel mio campo di cui conosco ogni centimetro. Questo risultato non è però soddisfacente perché, come dice Butch Harmon,

If you’re not shooting four or five under every time you tee it up at your home course, where you know every little break, then you’re no good.

Va detto anche che la media colpi dei 17 giri registrati sul mio campo è di 80,4, ovvero non molto distante dalla media generale: il che è la conferma di un fatto che mi è chiaro da tempo, ovvero che il mio handicap è reale e non legato al campo di casa.

Debriefing degli obiettivi 2011

Vediamo ora gli obiettivi che mi ero dato per il 2011 e come sono andato.

– Handicap 3,5 per fine maggio e 3,0 per fine settembre.
Non mi sono avvicinato neanche lontanamente. Il punto è che tra il 4,2 attuale e un 3,0 c’è una distanza notevole: in ogni gara devo fare almeno 35 punti solo per non salire, e ogni punto sopra il 36 vale solo una limata di 0,1 sull’handicap. E io, provenendo da una terra in cui i punti per non salire erano 34 e in cui ciascun punto sopra il 36 valeva 0,2, avevo semplicemente fatto una proiezione sul futuro utilizzando i dati del passato: errore mio.

– Prendere parte alla gara delle Querce a ottobre, non con l’intento di passarla (che lasciamo per il 2012) ma per fare esperienza.
Fatto. Il risultato in sé non è stato esaltante, ma l’esperienza è stata fantastica e me la sono goduta in ogni minuto. Non sono diventato professionista ma ho giocato a diventarlo per mesi interi, e questo è stato entusiasmante. Sono un ragazzo fortunato.

– Vincere almeno una patrocinata (il lordo, ovviamente).
Quasi fatto. A Valcurone sono arrivato secondo, sostanzialmente per demerito mio. In generale i risultati (lordi, ovviamente) per le patrocinate sono stati buoni:
– 13° a Sanremo;
– 2°, come detto, a Valcurone;
– 12° a Cuneo;
– 12° a Castelconturbia;
– 25° (mmm…) alla Margherita.
Mooolto meno buoni per le ufficiali: sono stato a Monticello e Villa d’Este, senza passare il taglio in nessuno dei due casi, ma anzi finendo indecorosamente verso il fondo della classifica.

– Vincere la gara di match play al mio circolo (pareggiato e, soprattutto, scratch).
Vinte entrambe. Il match play è una gara che mi diverte, mi piace l’aspetto psicologico oltre che quello tecnico.

Gli obiettivi per il 2012

L’obiettivo generale non è più quello di diventare un professionista – troppa è la distanza tra me e loro –, ma di diventare il miglior dilettante che posso diventare.

Nello specifico:
1. Media colpi sotto gli 80.
2. Media putt sotto i 30.
3. Media 3-putt sotto l’1,1.
4. Vincere una patrocinata.
5. Passare il taglio a tutte le ufficiali cui parteciperò (almeno 4).
6. Vincere la gara di match play al mio circolo (pareggiato e scratch).

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