Prenderla alla larga

Mi sono preso una pausa dal golf. (Questo l’ho già detto, mi rendo conto.)

Questa settimana ho fatto altre cose. Sono contento di me stesso per aver fatto divertire ventidue bambini (non da solo), aver gestito una situazione di difficoltà nella casa dove abito; e nello stesso tempo aver mandato avanti l’attività. Tutto è proseguito senza troppi patemi, il mondo non è crollato.

Questo post, quindi, non parla propriamente di golf. O forse sì: nel senso che i segni del cambiamento sono difficili da cogliere all’inizio, quando si presentano insieme a tanti altri falsi segnali. Quindi quel che penso ora è che questa fase potrebbe essere di transizione: dalla trance agonistica, ovvero dalla ricerca dell’handicap più basso possibile giocato nel numero più ampio di campi possibili a… a che cosa non lo so esattamente ora. Potrebbe essere un posto onorevole nei senior, dove entrerò tra sei mesi esatti (domani, praticamente), combinato con l’attività di scrittura di golf, che è un luogo dove so di poter offrire il mio contributo e dove non temo la concorrenza di chicchessia (a volte mi sembra di essere nato con la penna in mano).

Comunque a dire il vero oggi, adesso, il golf giocato non mi manca; non sento la necessità di andare in un campo pratica o in campo, tirare palline eccetera. Mi serve ancora qualche giorno; dalla settimana prossima ricomincerò a pensare al golf giocato, e vedremo. Di sicuro, come minimo, questa pausa mi avrà fatto bene; e poi succederà quel che deve succedere.

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