Ott 09

Scrive Mario Camicia nell’editoriale di “Golf & turismo” di ottobre:

Ormai si inizia a giocare da giovanissimi […] e sembra che o sfondi subito o sei fuori dai giochi. Ma, mi domando: entrando sulla scena così presto quanto si può resistere alla tensione, allo stress di uno sport (gioco?) che impegna non solo il fisico ma ancor di più la mente e la psiche?

Ho iniziato questo sport – per troppi “gioco”, ma nessun dubbio in merito ha mai attraversato la mia mente – a 36 anni, ci ho messo 4 anni per arrivare ad un handicap ad una cifra e ho l’obiettivo di arrivare entro i 45 anni ad un livello in cui, età permettendo, potrei diventare professionista. Ma, in Italia almeno, questo dopo i 40 anni non è più possibile.

Il golf va nella direzione contraria, dice Camicia, ovvero nel privilegiare sempre più le giovani età – attitudine che può essere perfettamente comprensibile.

Io però chiedo scusa se ho iniziato solo in età adulta, chiedo scusa se in questo sport ho ragionato sempre per obiettivi, chiedo scusa se in Italia non posso più diventare professionista ma cercherò un altro luogo che mi permetta di fare l’agognato salto.


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