
foto©claudio scaccini – http://www.openditaliagolf.eu/2016/09/18/day-4/73open-ditaliafotoscaccini-176/
A distanza di due anni dal suo ultimo articolo, ecco a seguire un altro bel pezzo di Isabella Data sul recente Open d’Italia: che è sia un resoconto da persona esperta del settore sia un’analisi valida per il futuro del movimento golfistico italiano.
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Il tempo
Il Comitato di Gara ombra (quello Celeste) si deve essere riunito lassù e ha stabilito: “Quest’anno, l’Italian Open, famolo strano”. Fino al giorno prima, abbiamo avuto giorni estivi di monocorde continuità: caldosecco-caldosecco-caldosecco. Il primo giorno di Open si è affacciato l’autunno. Due interruzioni con pioggia abbondante e pericolo lampi, nel primo pomeriggio dovevano ancora finire di giocare quelli del turno mattutino. Così è stata, sin da subito, una rincorsa contro il tempo. Venerdì siamo andati tranquilli per poco: alle 14 in allarme, poco dopo inizia una pioggia violenta, tropicale. Sospensione, due tentativi di ripresa, abbandono. Orario partenze nuovamente sballato, round due insegue round uno. Meno male che l’European Tour ha un uomo meteo come quelli della Formula Uno. Sarà perché siamo a Monza, a un passo dall’autodromo, qui c’è un canale diretto con l’Onnipotente. Uomo-meteo e Comitato di Gara Celeste vengono a patti. Si riusciranno a giocare tutti i quattro giri programmati, con un sabato meraviglioso attira-famiglie e una domenica a tratti imbronciata ma con un gran finale soleggiato.
Ehi, lassù, grazie!!!
L’organizzazione
Dai, ci siamo! Siamo sulla strada giusta. Quella di trasformare il golf, sport in Italia ancora da happy few, aristocratico, in uno sport popolare come nei paesi anglosassoni ( e non solo). Grazie a Barbara (Zonchello) e Alessandro (Rogato), donna e uomo simbolo della trasformazione in atto (hanno ricevuto per questo la Pallina d’Oro dei giornalisti AIGG), e naturalmente a tutti quanti, FIG, Sponsor, Coni, Circolo, enti eccetera ci hanno creduto, partecipato, lavorato duramente. Street food popolarissimo (kilometriche le code) con ottimo fish&chips, pizze, hamburger, gelati, ma anche sana frutta. Cuscinoni da svacco giovanile e non solo (sì, ci si poteva stravaccare per terra sul tappeto green con cuscinone morbidone, davanti al megaschermo). Villaggio olimpico, mega-parco attira bambini e famiglie. Soprattutto, una meravigliosa presenza PGAI, i professionisti del golf italiano, pronti a dare lezione a tutti grandi e piccini, a far gustare cos’è il golf.
Cosa manca? Beh, c’è ancora molto da fare, sulla strada del marketing e della popolarizzazione del golf. La Federazione stessa deve farsi “più popolo tra il popolo”, se vuole attirare neofiti. Al posto dello stand del Comitato Organizzatore, nevralgico sì, al fine della perfetta organizzazione, ma non per il marketing del golf, lì, nello stesso posto, nel cuore centrale dell’Open, dove passa il pubblico e s’incrociano i flussi più imponenti di persone, lì ci deve essere un mega-stand della Federazione. Dentro, tutti. La Federazione, i Maestri, i Professionisti, gli Arbitri, i Tecnici, i Greenkeeper, i Circoli, i Campi pratica. Tutti insieme a rappresentare il mondo del golf. Tanti pannelli esplicativi, tante persone pronte a spiegare e dialogare. La Federazione poi, anticipi il tesseramento dell’anno successivo con uno sconto-Open!
Il Campione
Francesco is back! Dopo dieci anni, riacciuffa l’Open italiano. Si vede, da come sbatte il berretto sul green, che in lui si è sciolta una tensione maturata non solo nell’ultimo giro, non solo negli ultimi quattro giorni, non solo negli ultimi quattro anni. Quando è seduto alla conferenza stampa post premiazione, si vede che Francesco ha sulle spalle un bel peso. Oddio, direte voi, nel peso ci stanno anche i 500.000 euro guadagnati in quattro giorni. Un bel lavoro, pensano in tanti. A me piace guardare al di là. Pensare che Francesco non è più il ragazzo ventitreenne che ha vinto la prima volta, nel 2006, a Tolcinasco. Ora è un uomo maturo, ha una famiglia, è un campione. È un campione Ryder. Ha vinto gare importantissime, soprattutto nella prospettiva del golf italiano, gracile e ancora misconosciuto. Francesco non è più un astro nascente, è un Campione consolidato. La folla che l’ha seguito oggi è, per lui, una folla diversa. È una folla che sa che lui, se ci crede e fa il duro, è un Campione. Questo è il peso che Francesco ha ora sulle spalle. Restare, fin che può, fedele a quell’Assoluto che ha raggiunto: Essere un Campione.
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