Nov 30


Sul tee della 18 a Mission Hills, ieri, c’era da soffrire. Quando Francesco ha messo il suo drive in centro pista (in un punto dove l’atterraggio non è di certo largo), una quindicina di metri più avanti di quello degli irlandesi (che oltretutto era nel primo taglio), ho pensato che era quasi fatta.

Poco dopo, il putt di Stenson ha fatto un giro di 180° ed è rimasto lì, quasi che la pallina avesse una vita propria. L’Italia era un po’ più vicina al titolo.

Poi però McIlroy mette l’approccio in green, a 6-7 metri dalla buca. E soprattutto Edoardo, forse per l’adrenalina (ha detto Camicia) o forse per l’emozione (penso io), apre il colpo e il suo approccio – avrà avuto un ferro 7 – finisce in bunker a destra, poco oltre l’altezza della buca.

Allora ho pensato cacchio!, sta’ a vedere che gli irlandesi imbucano per il birdie e noi facciamo bogey, ci scavalcano alla 72 e addio sogni di gloria.

Poi però Francesco, solido come un granito, fa un gran colpo assolutamente magnifico (si è sentito già dall’impatto molto “sabbioso”), soprattutto considerato il momento, e la pallina è a 90 centimetri dalla buca.

Patta McDowell, la palla si ferma a pochi centimetri. Edoardo consulta il fratello, ma quel putt era dritto. Dentro in buca, centrale. Campioni del mondo! Mario Camicia e Silvio Grappasonni in piedi, quasi non riuscivano a trovare le parole, Edoardo corre incontro al fratello e lo travolge in un abbraccio liberatorio. “Grande!”, si sente. Mitici!

E anche nelle interviste per la televisione i due fratelli d’Italia se la cavano bene: un inglese pulito e chiaro, sono orgoglioso anche per questo.

Wow!


Taggato:
preload preload preload
© 2023 Gianni Davico  Licenza Creative Commons