Ci sono sport che trascendono la vita, e certamente il golf è tra questi: sentimenti e fatti quali l’onore, la storia, la tradizione, l’amicizia, il senso di lealtà e così via ne formano una parte integrante e non prescindibile.
E il Circolo Golf degli Ulivi di Sanremo, che rappresenta una fetta grande della storia italiana del golf, è il luogo giusto per apprezzare a pieno determinate sensazioni. Appena metti piede in club house ti rendi conto di trovarti in un posto speciale, quasi magico; un luogo dove chiunque dovrebbe avvicinarsi solo con la massima deferenza e col massimo rispetto, sia per coloro che hanno fatto la storia di questo circolo, sia per le persone che si danno da fare per rendere l’esperienza sanremese memorabile per qualunque golfista.
Nemmeno nei giorni scorsi, i giorni del Trofeo Sanremo, sono potuto rimanere deluso. L’accoglienza di tutti coloro che appartengono al circolo è stata magnifica, l’ospitalità squisita. E il campo, così tecnico, è stato una continua avventura.
Ho passato tre giorni splendidi, immerso in un’atmosfera magica. E le vere emozioni non dipendono da fatti che pure potrebbero rendermi orgoglioso – essere sceso di handicap, aver fatto un eagle, mai un 3-putt e così via –, ma dal sapere che l’edificio a fianco del green della 5 era la dimora di Aldo Casera, dallo scambiare qualche parola con il personale e farmi raccontare aneddoti del passato, dall’attraversare quel campo con reverenza quasi dantesca, che più non dee a padre alcun figliuolo.
È la magia del luogo, unita al tocco magico di coloro che lo abitano. Grazie Sanremo.