Set 09


Ho conosciuto Martina Migliori, giovane giocatrice di belle speranze, in una gara recente a Cuneo, che è il mio secondo circolo de facto (anzi, nel periodo estivo è quasi il mio circolo per eccellenza, il luogo dove ho trascorso molte mattine d’agosto a tirare palle come un forsennato alla ricerca del mio swing).

(In quella gara una volta sola sono riuscito a superarla con il drive, e solo di un paio di metri… ehm.)

Curiosamente saremo compagni d’avventura a Sutri tra pochi giorni. Mi è sembrato che le sue qualità golfistiche e il suo saper stare in campo siano doti interessanti da esplorare. Le ho fatto allora qualche domanda: qui a seguire la nostra conversazione.

Come e quando hai iniziato a giocare a golf?
A 13 anni, e nell’agosto 2004 ho preso l’hcp (anche se a 7/8 anni avevo già provato a tirare qualche pallina).

Che cosa rappresenta il golf per te?
Una via d’uscita dalla monotonia della vita quotidiana. Finita la scuola quasi tutti i ragazzi si iscrivono al’università, io invece mi sono data al golf! Diciamo che per me è uno sport, un divertimento ma anche un lavoro.

Sei passata da un handicap di 4.5 a inizio anno ad uno di 1.4 attuale, il che è un salto notevole (la barriera del 4 è uno scoglio grande per quasi tutti i golfisti). Mi racconti come hai fatto?
Nel 2009 avevo già raggiunto un hcp di 2.0, ma a causa della scuola non sono riuscita ad allenarmi come desideravo e sono ritornata a 4.5. Terminata la scuola ho deciso di darmi totalmente al golf, ma ad ottobre 2010 mi sono trovata in una situazione di stallo in cui non riuscivo a giocare neanche un 4 di hcp! Allora insieme a mia mamma ho deciso di provare a cambiare maestro: scelta vincente! Grazie al mio nuovo maestro – Giuseppe Bertaina – sono riuscita a fare un salto tecnico notevole che mi ha portato all’hcp attuale di 1.4. Sono passata addirittura dal giocare i ferri in grafite donna a quelli in acciaio Nippon uomo!

Mi descrivi una tua seduta di allenamento tipica?
Inizia con un bel riscaldamento che mi consenta di effettuare la pratica senza problemi fisici. Poi passo al campo pratica… ormai nei circolo in cui mi conoscono sono diventata una disgrazia perché tiro dalle 400 alle 800 palle al giorno! Finita questa sessione di pratica passo al putting green: al putt dedico circa un’ora, passando a contare quanti putt sbaglio da 1,20 metri (ieri sono arrivata a tirarne 100 di seguito senza sbagliarne nessuno!!!) fino a sfruttare tutto il putting green per i putt lunghi. L’approccio secondo me è la parte più difficile da allenare perché per farlo bene bisogna disporre di un’area approcci adeguata, cosa molto difficile da trovare. Alla fine dell’allenamento (se non è diventato ancora buio!) c’è sempre un po’ di tempo per fare una sfida tra amici.

Quante volte ti alleni la settimana, e per quanto tempo?
Mi alleno sei giorni a settimana e al golf cerco di passare più tempo possibile.

Quale ritieni sia la tua miglior qualità nel golf? E il difetto che vorresti eliminare?
La mia migliore qualità è che dai posti più difficili riesco a fare colpi incredibili… è più facile che mi parta un colpaccio da centro fairway! Una mia qualità è quella di essere medio-lunga con i ferri, cosa che mi permette di attaccare il green con un ferro 8/9 invece che con un 6/7. Un mio grande difetto è il gioco attorno al green, ma ci sto lavorando alla grande!

Mi parli dei tuoi programmi golfistici futuri?
La prima gara prevista nel mio programma è la preselezione presso il golf club le Querce per diventare maestra. A gennaio andrò in spagna a provare le prequalifiche per il LET.

Come ti vedi, golfisticamente parlando, tra dieci anni?
Mi vedo in un sogno! Spero di diventare presto professionista e di poter partecipare alle gare del tour. E nel caso non riuscissi a giocare potrò sempre tentare l’insegnamento!


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