Ago 21


Ho conosciuto Bernard Lombard in una veste inedita per un presidente di circolo di golf: come starter al Golf Club Cuneo. Quando abbiamo conversato a lungo, qualche giorno fa, in quella che potrebbe essere definita un’intervista mooolto informale, mi ha spiegato il motivo: “In questa maniera riesco ad avere un contatto diretto con molti tra i nostri soci, che sono poi i nostri clienti”.

Il motivo per cui ci siamo seduti a conversare – no, per essere precisi affinché io ascoltassi i concetti interessanti che aveva da esprimere – sono stati i DVD di Golf TEE-V Italia, prodotto che ho scoperto proprio a Cuneo. E non a caso, visto che è proprio lui che cura il progetto. Gli ho chiesto, per iniziare, come fosse nata l’idea di creare l’edizione italiana di Golf TEE-V. La risposta è stata articolata, parte da lontano: ma è a mio avviso utile per comprendere bene il progetto stesso.

“Io sono professionista dal 1988, e sono cresciuto golfisticamente in un circolo dalle grandi tradizioni: Saint Endreol. Poi col tempo ho sentito l’esigenza di avere una struttura mia, e così è nato il progetto di Vievola e quindi – tre anni fa – la gestione del circolo di Cuneo. Un amico aveva avviato il canale web TEE-V per la Francia, e da lì è nata l’idea di offrire un prodotto/servizio simile anche per l’Italia. Abbiamo creato quindi questa serie di DVD: quattro sono i numeri usciti fino ad ora, il quinto è pronto e il sesto è in gestazione. Il progetto è stato studiato con cura, e ha degli avalli importanti: sia nella home page della Federgolf che della PGAI si trova infatti un link al nostro sito.

In ogni caso per iniziare ho pensato che la base fosse il turismo, nel senso che è il mezzo principale che può fare da volano al golf, in Italia come altrove. Allora mi sono rivolto alla rivista “Golf & Turismo”: il risultato è che la direttrice Maria Pia Gennaro cura la rubrica del turismo sul DVD (in ogni numero si esplora una differente regione italiana).

Per le regole ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di Corrado Graglia, direttore del Golf Club Cherasco, e di Davide Maria Lantosco della Scuola Nazionale della Federgolf.

C’è poi una parte sulla manutenzione dei campi, seguita da Massimo Mocioni della Scuola Nazionale della Federgolf, che abbiamo pensato perché il golfista normalmente non ha idea di come cresce l’erba, di come si curano i green, i fairway eccetera.

C’è una rubrica sullo swing e sull’attrezzatura: ma non è sponsorizzata, e questo è importante perché permette indipendenza di giudizio.

La rubrica dei viaggi è curata da Greens du Monde, il maggiore tour operator golfistico francese.

Io seguo e coordino l’intero progetto: il cui centro è chiaramente il DVD, ma ci sono poi molte altre iniziative che vengono al traino, come ad esempio il guanto antivibrazione Noene (che ho fatto io!). E anche iniziative future già pensate e ancora da sviluppare, come Golfradio, una radio su Web che intendiamo offrire ai circoli come servizio per i loro soci e ospiti: una radio che dia notizie, informi e nello stesso tempo intrattenga. Altro progetto sono delle score card che stiamo elaborando per i circoli: per questo ho preso spunto dalle score card francesi, molto eleganti. Un altro progetto riguarda i tappetini per il campo pratica, anche questi con tessuto Noene (trae infatti origine dal guanto) allo scopo di eliminare le vibrazione della testa del bastone minimizzando i rischi articolari”.

E qual è la diffusione? “Oltre agli abbonati, tutti i circoli e tutti i professionisti italiani ricevono il DVD”.

Il discorso si è allargato poi in maniera naturale al golf in Italia: questo perché io gli ho chiesto come vedesse la situazione attuale e le prospettive future del nostro sport.

“Il golf – ha risposto – è stato chiuso per troppo tempo. Ora ha bisogno di aprire le porte. Servono nuovi giocatori – i campioni li abbiamo. Il problema è che troppo spesso si sviluppa la struttura e solo dopo si pensa al pubblico. Questo va bene nel caso di progetti immobiliari, nei quali la parte immobiliare va a coprire le perdite derivanti dal golf; ma in tutti gli altri casi sarà molto, molto difficile. Bisogna trovare nuovi giocatori. In questo senso Anna Motta ha fatto un lavoro egregio: qui da noi vengono ad esempio molte scuole, e quindi molti bambini hanno la possibilità di avvicinarsi ad uno sport che altrimenti sarebbe loro precluso.

Poi c’è il turismo: bisogna prima far sapere che esiste una destinazione golfistica, e poi svilupparla. Ma è un processo lungo, e che sarà lungo. Bisogna che i campi sviluppino sinergie tra di loro (per esempio offrendo sconti ai soci di un circolo che vanno in un altro). Consideriamo anche che i 9 buche di fatto non esistono per il turismo.

È un processo lungo, perché l’Italia in generale e il Piemonte in particolare non sono conosciuti come destinazioni golfistiche. Tuttavia sono queste le strade da intraprendere, perché il bel tempo del golf – quello in cui ci si poteva permettere di scegliere i soci – è finito, finito per sempre. Tutti avranno bisogno di offrire di più.
Insomma il circolo è una vera e propria azienda, non più un club esclusivo. Bisogna lavorare insieme: il futuro sarà nella collaborazione.
Il golf di domani sarà così: un ambiente piacevole dove il golfista può ottenere un servizio completo”.

Tutto molto interessante. Per parte mia posso solo aggiungere un “grazie, presidente!”


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